|
|
Un pensiero per le donne di Capurso
In occasione
dell’8 marzo appena trascorso ho buttato giù dei pensieri che vi
dedico.
Le donne sono una categoria misteriosa. Che ci
crediate o no, io, voi, siamo misteriose e poco conosciute! Lo
so che questo vi fa sorridere, perché voi conoscete voi stesse
(e io conosco me) molto bene. Sappiamo bene che fatica facciamo
ogni giorno per tenere insieme le mille cose in cui siamo
coinvolte: il lavoro e il lavoro in casa (per chi è casalinga
doppio lavoro in casa), il lavoro e i figli (e per chi non ce li
ha il peso di desiderare un figlio, o il peso – forse più
gravoso ancora oggi – di non volere un figlio, la scelta
di essere “donne non madri”). E in tutto questo la lotta –
almeno questa è la cosa che io sento più pesante di tutte –
contro i pregiudizi che ancora abitano nella mente degli uomini
– anche dei nostri uomini (padri, fratelli, mariti,
amanti… o figli maschi). Sono forse questi pregiudizi, questo
pensare che una donna “certe cose non le dovrebbe fare”, o se le
fa sta togliendo qualcosa che era dovuto a qualcun altro – alla
famiglia, s’intende, comunque sia composta –, è questo
soprattutto che rende più pesante la mente di una donna, che
deve combattere non solo problemi reali ma anche e soprattutto
nemici immaginari. Quale immagine abbiamo noi di noi stesse? Io,
per me, vi direi: molto problematica, più piena di dubbi che di
risposte, stanca, eppure personalmente non disposta a rinunciare
a niente solo perché sono donna. Anzi, ne sono molto orgogliosa,
è una cosa che secondo me dà un sapore particolare a tutte le
cose che faccio (il mio sapore), anche se combatto tutti
i giorni con mio marito – e mia madre! – che mi dicono: tu fai
troppe cose! È vero, ma questo non si porrebbe come problema se
fossi un uomo. Nessuno si sarebbe preoccupato della stabilità
della mia vita familiare quando sono diventata segretaria della
sezione DS qui di Capurso se fossi stata un uomo. E però io ero
partita da un altro punto del discorso: avevo detto che noi
siamo misteriose. Avrete intuito che volevo dire che siamo
misteriose per la cultura italiana, per il modo in cui la
televisione, i giornali, le riviste ancora ci rappresentano.
Insomma, voi vi riconoscete in quelle poverette che mostrano
continuamente tette e sederi al vento, senza mai un raffreddore,
mai le mestruazioni, non prendono mai le storte su quei tacchi
altissimi, sorridono eternamente come delle bambole, non è
previsto che abbiano mai pensieri negativi o malinconici…? I
perfetti oggetti del desiderio sessuale maschile! E anche un po’
stereotipato. Beh, io in queste non mi riconosco, non sono io;
non appartengo nemmeno alla stessa specie animale! E non è una
questione di essere belle o brutte, giovani o vecchie, alte o
basse, è una questione di essere “vere o finte”: quelle sono
delle finte rappresentazioni di donne! Noi siamo quelle vere.
Tutto qui. La cultura di massa italiana ancora non riesce a
vederci, e dunque a rappresentarci, per quello che siamo:
complesse, una diversa dall’altra, non sempre sorridenti, non
sempre ammiccanti. Potremmo essere persino lesbiche, volendo! Ma
nella cultura italiana questo non è ancora concepibile: una
donna deve per forza essere a disposizione dei desideri di un
uomo, non può averne di autonomi, non può desiderare altro
– eventualmente anche un amore omosessuale. È qui il mistero,
nell’incapacità del pensiero dominante a vederci. È come per i
“giovani”: un’altra categoria misteriosa che nessuno sa come sia
realmente. Perché allora parlare oggi di festa della donna
all’interno di una sezione politica? Beh, proprio per dialogare
con voi – direi con noi, perché le vostre vite reali
entrino in quella della sezione e la rivitalizzino, perché voi
ci diciate quali sono le vostre reali esigenze, i bisogni
che non trovano soddisfazione, e, perché no?, anche i vostri
desideri e la vostra voglia di fare, di partecipare, di dare
oltre che di chiedere. In questo senso mi è sembrato giusto
proporre questi brevi pensieri perché quella che si svolge in
questo mese non sia una festa vuota di significato come si
vorrebbe, perché possiamo essere noi le protagoniste di questa
giornata, e perché si allacci a partire da oggi un dialogo
quanto più fitto possibile tra voi-noi donne capursesi e la
sezione DS – anche perché il dialogo, il parlare insieme è da
sempre il terreno delle donne, uno dei loro grandi punti di
forza. È con questa forza che vogliamo dialogare, è con voi.
La segretaria
Annarita Fatone |